Sono solo io o i creatori di contenuti sulle varie piattaforme social sono diventati ossessionati dal produrre quantità piuttosto che dare priorità alla qualità? È davvero deludente osservare la nostra generazione abbracciare entusiasticamente l’IA come se stessimo mettendo volontariamente i nostri cervelli in barattoli di vetro pieni d’olio. Stiamo forse consegnando la nostra essenza creativa agli algoritmi, diventando meri ingranaggi in una macchina ben oliata?
Inizialmente il fascino dei contenuti generati dall’IA sembrava promettente. Tutti, me compreso, eravamo affascinati dalla sua novità e dal potenziale, sembrava di camminare su un sentiero di opportunità illimitate. Ho chiamato i miei amici e li ho spinti a creare i loro account. “È una rivoluzione!” Oppure “Questo è il futuro”. Ma in fondo una strana sensazione di disagio mi ha sopraffatto. Sono fatto così, non appena mi trovo a far parte di una comunità o a pensare come la maggioranza mi sorgono i dubbi; non so se sia una sorta di meccanismo di difesa o autolesionismo, ma eccomi qui, a interrogarmi se sono diventato inconsciamente parte di un branco, guidato dagli algoritmi dell’IA.
Col passare del tempo, ho scoperto un motivo di preoccupazione: una cascata inarrestabile di contenuti generati dall’IA, caratterizzata da parole familiari e frasi brevi. In apparenza possono sembrare “informative” o “ben scritte”, ma nascondono una moltitudine di espressioni ripetitive e mancanza di originalità. Sia chiaro, non mi oppongo all’uso dell’ Intelligenza Artificiale, anzi è molto utile, voglio solo denunciare il suo abuso.
Ricordo l’euforia che circondava Facebook, l’entusiasmo iniziale di condividere tutte le nostre informazioni personali, per poi successivamente stracciarci le vesti e protestare per la violazione della privacy e la manipolazione delle informazioni. Allo stesso modo per le criptovalute, la blockchain, gli NFT, la realtà aumentata e l’Internet of Things hanno nascosto conseguenze drammatiche per coloro che li hanno abbracciati senza giudizio. Sicuramente una piccola minoranza ha avuto abbastanza competenze e una buon dose di fortuna per trarre beneficio da queste tecnologie, ma la stragrande maggioranza ne è rimasta profondamente delusa.
Questi esempi fungono da avvertimenti e ci ricordano di affrontare il progresso con pensiero critico; l’innovazione può, senza dubbio, portare notevoli vantaggi, tuttavia accettarla acriticamente senza una valutazione attenta può portare a risultati inaspettati.
Cosa ci aspetta in futuro? Metteremo in dubbio questo metodo, solo per scoprire che il 98% delle notifiche sui social sono prive di anima, tutte 0% umane. Ci volteremo e ci renderemo conto di quanto infantili e impulsivi siamo stati.
Dunque ci troviamo di fronte a un bivio: seguire la massa o trovare un equilibrio tra le nuove tecnologie e la nostra unica creatività.

